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🔍 “Il bue che dà del cornuto all’asino”

  • Immagine del redattore: Marzia Lorini
    Marzia Lorini
  • 6 ott
  • Tempo di lettura: 2 min


Proiezione, consapevolezza e la fatica di vedersi davvero


C’è un detto popolare italiano che, pur con la sua ironia tagliente, racconta una verità scomoda:

👉 “Il bue che dà del cornuto all’asino”.


In altre parole: accade spesso che proprio chi accusa gli altri… stia parlando di sé.


Succede nei litigi, nelle critiche gratuite, nelle “verità” che spariamo addosso agli altri con la convinzione di vedere tutto chiaramente.

Ma quanto di quello che vediamo nell’altro è in realtà un riflesso di ciò che non riusciamo (o non vogliamo) vedere in noi stessi?


👁️‍🗨️ La proiezione: un meccanismo antico (e umano)


Freud la chiamava “proiezione dell’Io”: quel processo inconscio che ci porta a spostare all’esterno ciò che dentro di noi non vogliamo riconoscere.


Ma ancora prima di Freud, la filosofia antica lo aveva intuito. Come diceva Socrate:

“Conosci te stesso, e conoscerai l’universo e gli dèi.”

Il punto è che conoscersi davvero è difficile, perché richiede il coraggio di guardarsi… senza filtri.

E questo, per il nostro sistema nervoso, può rappresentare una minaccia: mette in discussione l’immagine che abbiamo costruito di noi stessi, e l’illusione di controllo che ci rassicura.


🧠 Cosa dice la neurobiologia

Secondo Dan Siegel, neuropsichiatra e autore di “Mindsight”, il nostro cervello tende a

costruire mappe della realtà basate su schemi già noti.

🔁 Se in passato abbiamo imparato che mostrare rabbia è pericoloso, potremmo “non vedere” la nostra aggressività… ma percepirla ovunque negli altri.

🔁 Se abbiamo imparato che essere vulnerabili è un rischio, finiremo per deridere la fragilità altrui, anche se dentro ne siamo pieni.


La proiezione è una forma di difesa.

Ma quando diventa l’unico modo in cui leggiamo la realtà, ci allontana da noi stessi e dagli altri.


🪞 Vedere davvero (sé stessi e gli altri)


Il problema non è la rabbia, la paura, la fragilità o l’insicurezza.

Il problema è non riconoscerle.


Chi riesce a guardare sé stesso con onestà, sviluppa una qualità preziosa: la chiarezza.

E quando c’è chiarezza, non serve più puntare il dito.

👉 Perché inizi a vedere anche negli altri qualcosa di più profondo: non solo il loro comportamento, ma il contesto, la storia, la ferita.


Ed è da lì che nasce l’empatia. Non quella superficiale, ma quella vera: lucida, forte, radicata.


Il Neuro-Training®: allenare la consapevolezza, senza giudizio


Il Neuro-Training® ti permette di osservarti senza condannarti, e di riconoscere le risposte automatiche che ti fanno reagire sempre allo stesso modo.


✨ Non si tratta di “scavare nel passato”, ma di allenare il tuo sistema nervoso a restare presente, a integrare ciò che senti, pensi e fai.

✨ Quando impari a decodificare ciò che accade dentro di te, la realtà si fa più nitida. E le relazioni cambiano: diventano più vere, più leggere, più libere.


🎯 Se ti accorgi che a volte ti infastidiscono troppo certe persone… forse stanno solo toccando qualcosa che non hai ancora guardato.


E va benissimo così. È un’occasione.

Con il Neuro-Training® puoi trasformarla in un percorso di chiarezza, potere personale e relazioni più autentiche.


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💻 Online o in presenza, in base a ciò che ti serve.


🧩 Vedere davvero è il primo passo per scegliere davvero.

Smetti di proiettare, inizia a integrare.


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Attività professionale disciplinata dalla legge 4/2013

 
 
 

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