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Le sfide sono sempre negative? Qual è la tua percezione delle sfide.

  • Immagine del redattore: Marzia Lorini
    Marzia Lorini
  • 16 lug
  • Tempo di lettura: 2 min

L’aragosta, la crescita e il disagio


Nel 2010, il rabbino e studioso Dr. Abraham Twerski portò all’attenzione del grande pubblico una metafora tanto semplice quanto illuminante: quella dell’aragosta. In un'intervista oggi diventata virale, spiegava come questo animale molle viva all'interno di un guscio rigido che, col tempo, diventa troppo stretto. Solo grazie al disagio e alla pressione, l’aragosta si rifugia sotto una roccia e abbandona il vecchio guscio per crearne uno nuovo. Senza quel disagio, non crescerebbe mai.


Twerski, psichiatra e autore di oltre 60 libri, usò questa immagine per descrivere il potenziale trasformativo delle difficoltà. E anche se la sua spiegazione si muoveva tra scienza e spiritualità, il cuore del messaggio è universale: le sfide non sono necessariamente negative. Spesso sono il segnale che qualcosa dentro di noi sta cambiando.


E tu, come reagisci alle sfide?


Viviamo in una cultura che ci insegna a fuggire il disagio, a evitarlo, a zittirlo. Ma cosa succede quando smettiamo di considerarlo un nemico, e iniziamo a vederlo come un alleato?


Oggi più che mai, viviamo tempi in cui il senso di pressione è diffuso: incertezze climatiche, instabilità economica, guerre alle porte dell’Europa. La rivista Nature ha pubblicato nel 2023 un’indagine che rivela un aumento globale dei disturbi da stress cronico post-pandemico, specialmente tra le donne tra i 35 e i 55 anni.


Ma proprio in questi momenti può emergere la nostra capacità di adattamento e trasformazione. La neuroplasticità – la capacità del nostro sistema nervoso di cambiare, apprendere e riorganizzarsi – è la risorsa naturale che ci permette di attraversare il cambiamento.


La storia lo dimostra


Nella storia, molte scoperte e cambiamenti profondi sono nati da periodi di crisi. Pensiamo a Viktor Frankl, psichiatra sopravvissuto ai campi di concentramento, che scrisse nel suo capolavoro “Man’s Search for Meaning” che “quando non siamo più in grado di cambiare una situazione, siamo sfidati a cambiare noi stessi”.


Questa consapevolezza non nasce dalla teoria, ma dall’esperienza. È lo stesso principio su cui si fonda il Neuro-Training: aiutare il sistema nervoso ad affrontare le sfide come occasioni per cambiare ciò che non è più utile, invece che evitarle.


La tua corazza ti sta stretta?


Se stai vivendo un momento di pressione, di blocco o di disagio profondo, forse non si tratta di una “crisi da risolvere” ma di una “spinta ad evolvere”.


🔹 Ti invito a contattarmi per una sessione di Neuro-Training.

Scoprirai come leggere i segnali del tuo corpo, riconoscere le risposte automatiche che ti bloccano e attivare nuove risorse per affrontare le sfide da una prospettiva completamente diversa.


Attività Professionale disciplinata dalla legge 4/2013


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