paura
- Marzia Lorini

- 17 mag 2020
- Tempo di lettura: 1 min
L’Enciclopedia Treccani descrive la paura come lo “Stato emotivo consistente in un senso di insicurezza, di smarrimento e di ansia di fronte a un pericolo reale o immaginario o dinanzi a cosa o a fatto che sia o si creda dannoso... si manifesta anche con reazioni fisiche, quando il pericolo si presenti inaspettato, colga di sorpresa o comunque appaia imminente.”
Ho sempre sentito dire che avere paura è importante per mantenere le persone in vita, perché permette di attivare una serie di risposte automatiche nel cervello.
So che questa risposta si attiva in una situazione di pericolo reale, ma anche in una presunta. In ogni caso la reazione è istintiva, fisica ed emotiva, opportuna quando veniamo aggrediti o comunque quando dobbiamo reagire fisicamente, ma in questa emergenza la reazione di paura è stata veramente necessaria? Ci ha veramente aiutato a rispettare le regole ed evitare di contagiarci, o sarebbe stato sufficiente il buon senso? Non abbiamo rischiato così di terrorizzare inutilmente le persone più fragili? Non stiamo instillando nei bambini la mancanza di fiducia nell'altro? Sessant'anni fa nella zona della Valtenesi le mamme dicevano ai propri figli di tornare a casa prima delle 17, perché le campane che suonavano a quell'ora liberavano le streghe. Vogliamo ancora fare qualcosa perché abbiamo paura, o vogliamo usare il nostro cervello per fare una scelta lucida?





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