Pre-occuparsi
- Marzia Lorini
- 29 lug
- Tempo di lettura: 2 min
Hai mai pensato che “preoccuparsi” significa, letteralmente, occuparsi “prima”?
Ma… prima di cosa?
Prima che qualcosa accada.
Prima che emerga un reale bisogno.
Prima ancora di sapere se quel problema esisterà davvero.
William James, uno dei padri della psicologia moderna, nel 1890 scriveva in The Principles of Psychology:
“L’attenzione costante verso un pensiero ansiogeno tende a fissarlo nella mente, trasformandolo in un’abitudine mentale.”
In sostanza: più ti preoccupi, più alleni la tua mente a preoccuparsi.
Le nostre risposte sono perlopiù automatiche.
La maggior parte delle nostre reazioni non nasce da una scelta cosciente, ma da automatismi che non controlliamo in modo consapevole.
Infatti, quando ci troviamo di fronte a una situazione inaspettata, il nostro sistema nervoso risponde automaticamente e si basa su:
ciò che ha imparato nel passato,
le credenze che ha ereditato,
e le memorie che conserva, scegliendo ciò che “crede” sia meglio per sé. In modo automatico.
E questo succede soprattutto quando ci sentiamo aggrediti, o in pericolo. Ma anche semplicemente quando, per un attimo, qualcuno o qualcosa turba l’ordine che abbiamo creato intorno a noi.
Viktor Frankl, psichiatra e sopravvissuto ai campi di concentramento, scriveva:
“Tra stimolo e risposta c’è uno spazio. In quello spazio risiede il nostro potere di scegliere la nostra risposta. Nella nostra risposta risiede la nostra crescita e la nostra libertà.”
Peccato che questa sia uno spazio che noi non controlliamo consapevolmente, e che infatti corrisponde a quelli che definiamo Livelli Nascosti del Cervello. “Nascosti” perché non sono accessibili in modo cosciente.
Cosa possiamo fare allora per poter migliorare, rendere maggiormente consapevoli ed efficaci le nostre risposte automatiche, quelle stesse risposte automatiche che determinano la qualità della nostra vita?
Come possiamo usare quindi quello spazio per fare la differenza?
Come avrai capito, si tratta di allenare il sistema nervoso a reagire all’inaspettato utilizzando riferimenti e memorie positive e vincenti, invece che negative e perdenti.
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Attività professionale discoplinata dalla legge 4/2013
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